DIARIO DI BARDO - GIUGNO

(20.6)
















Che tempaccio! Scompare ormai il Bondone
dietro le nubi bigie: l’acquazzone
continua, ma non ne faccio un dramma.
Gusto il caffè poi scrivo un anagramma…

 (22.6)
“Semel in anno licet insanire”
che, tradotto alla buona, vuole dire:
nei trecentosessantacinque dì
puoi lasciar che ti manchi un venerdì
per una volta. Quindi abbi pazienza:
ho il mio annuale istante di demenza!

(23.6)
Da qualche giorno zoppico: m’han detto
che appoggio male il falso, ed il sostegno
gli manca. Saran guai se non m’impegno
a camminare in modo più corretto.
Non dò sostegno al falso? Questo è vero
perché possiedo un piede assai…sincero!


A Isabella Colucci (24.6)
Non so trovar, purtroppo, il modo adatto,
dei versi uditi mai, che sian d’impatto,
o stofe non umane, ultraterrene
che ricordino un canto di sirene.
Ah, fossi Apollo o il Bardo oppure Omero!
Son solo un’enigmista e questo, spero,
m’aiuterà a esternar la mia passione
(lo appresi, sai, dal celebre guascone):
lascio poeti e dei, torno mortale
rinuncio a scriver l’opera ideale
e dico “Tanti Auguri”, così a braccio
ma con sincerità. Baci. Bobaccio.

A Gaia (24.6)
Mille auguroni, nipotastra cara!
Qui ci vorrebbe almeno una fanfara,
un coro gospel o un organo, che so...
Abbi pazienza, si fa quel che si può!

(24.6)
Allo specchio ammirar la mia figura
mi fa considerar quanto l’usura
del tempo sia evidente. Nel complesso
non posso dire di piacermi adesso.
Ammetto che, sia pur con imbarazzo,
restaurare dovrei tutto…il palazzo!

(25.6)
Perché devo, dolcissima Kahori,
pagare questo amore a caro prezzo?
Io odio la cucina giapponese
mentre tu, neanche a farlo apposta, adori
propinarmi ogni giorno (che pretese!)
quel sushi che mi susci…ta ribrezzo!

(26.6)















"S’alza un fascio di luce, nella notte:
lacera, dalla valle, obliquamente,
la nebbia che, sottile, ad occidente
vela Elsinore. A quali arcane flotte,
solitario e silente invito reca?
Che cerchi un dio? Perché fruga lo spazio?"
“Nessun mistero in cielo e in terra, Orazio:
s’inaugura, laggiù, una discoteca!”

(27.6)
Dura ben poco, in me, l’ispirazione:
quando mi sfiora, nuova, una visione,
s'accende la pupilla, c'è l'impatto
però il pensiero vaga, son distratto
e nella mente aperta ormai, rapaci,
entran le cento immagini fugaci
ch’erano intorno a me, pronte, in agguato,
e il concettoso oggetto vien scalzato.
In un istante tutto torna a posto
e cede al quotidiano. Son disposto,
e il seducente lampo già si oscura,
a ritentar domani l'avventura!

(28.6) (Con Roberto Morassi)
“Ci stanno processando...” - fa il prelato,
accasciandosi affranto sul broccato
dell’antica poltrona del convitto.
Nella sua voce c’è una nota amara.
Angeli svolazzanti fanno a gara
a mostrare le chiappe sul soffitto…

Che folle turbamento, nel vedere
le rubiconde guance del sedere...
Galeotto fu il quadro e chi lo fece!
E così, fra un rosario ed una prece,
spunta la voglia che qualcuno sia
pronto a mostrar le chiappe in sacrestia.

(29.6) (a tre mani, con Roberto Morassi e Simonetta Del Cittadino)
TREMATE TUTTI DAME E CAVALIERI,
SARO' PER VOI IL PEGGIOR DI TUTTI I MALI!
APRITE DUNQUE DI STROFE I GRAN FORZIERI
PARLEREM DI PECCATI CAPITALI!!!!!!!!!!!!!!!

La SUPERBIA per prima vien, sleale,
che fa dire allo specchio: “Non sei male”
quando ci rimiriamo. Ma all’interno
più brutti siam dei diavoli d’inferno…

Seconda è l'IRA, che improvvisa avanza
se ti rompon le scatole ad oltranza,
sì che alla fine tu non ne puoi più,
t'incavoli e... li mandi a fare in cu!

Ecco arrivar la GOLA a grandi passi:
tutto tracanna,mastica e fa il pieno,
Saimon,Bobaccio ed anche il buon Morassi
trangugerebbe in un battibaleno!

Strana è l’ACCIDIA, ha un nome desueto,
sembra più un’insalata con l’aceto:
condanna invece all’infernali pene
chi omise, in vita, d’operare bene…

Brutta cosa l'INVIDIA! Un contadino,
dopo ch'ebbe comprato un asinello,
morì di rabbia perché da vicino
ne vide la misura del pisello...

La LUSSURIA è un peccato originale,
Eva ne sa qualcosa ...impenitente
volle toccar con mano l'animale...
cercò un uccello e si trovò un serpente!!!

AVARIZIA e lussuria hanno il porcello
in comune: però quello ha l’uccello
invece questo, ahimè, di terracotta,
ha solo una fessura…e spesso rotta!

Cari compagni,grazie per l'agone
che dà inizio alla gara dell'estate
Vedrem doman il "quid" della tenzone
in cui provare "mia nobilitate"!

E aggiungerei: dopo che del peccare
ne abbiam parlato, credo, a profusione,
pare superfluo andarsi a confessare
ché MAI ce la daran, l'assoluzione!

(30.6) (Con Roberto Morassi)
I sogni rassomigliano alle tele
che il ragno tesse, notte dopo notte;
s’apron talvolta, al vento, come vele
e fan seguire misteriose rotte.
Però i miei sogni, che fatalità,
non li interrompe la pubblicità?

Storia inquietante, caro sognatore:
significa che il Capo (proprio quello!)
sintonizzò qualche ripetitore
sopra le tue frequenze del cervello.
Il bello è che puoi veder così
l'edizione notturna del TG...

Emilio Fede oppure Minzolini?
A un tal pensiero il capo sui cuscini
non metterò mai più... (svelo l'arcano:
intendo il capo mio, non il Caimano...)